Nacqui il secondo giorno di primavera dalla luce della fiamma di una candela, dalle cui estremità esplosero, come braci, le mie braccia e le mie gambe men-tre, con dolcezza, da un sogno d'inverno eterno, scivolò come sull'acqua la mia testa con occhi di cenere. Caddi carponi ai piedi di quella torre di cera bianca, di fianco a diecimila altri che, come me, nascevano per la millesima volta in quella nostra parte di terra dominata dalla luce del giorno.
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